Il romanzo di Maria Barresi "Non dire niente" (Edizioni Solfanelli) è stato presentato al "Maurizio Costanzo show" sabato 7 marzo, in seconda serata, su Canale 5 alla presenza di "Nicla" la reale protagonista del romanzo.
di Patrizia Tocci
Non dire niente perché le donne devono tacere. Non dire niente perché devono coprire le malefatte degli uomini. Non dire niente perché altrimenti vanno in cerca di guai. Non uscire la sera da sole e non truccarsi troppo nè essere troppo attraenti. Abbassare lo sguardo se un uomo ti guarda, scegliere il silenzio come modalità di esistenza. Nasconderlo dietro a un velo o dietro a una palpebra che si abbassa, mani che tappano la bocca. Tutto perché non parli, non racconti. Che non accusi. Demolirla nella testimonianza, farla diventare una volta ancora vittima.
E invece no. Anche nel romanzo di Maria Barresi le donne cominciano a parlare. A raccontare spesso ad altre donne, in un filo di fiducia, con un filo di voce. Il romanzo ha come sfondo una Calabria mitica ed irreale ma anche tanto vicina e prossima alla Calabria che conosciamo. La Barresi utilizza il suo mestiere di cronista e giornalista televisiva ( un settore nel quale le donne si sono recentemente affermate con competenza, bravura e professionalità) allo stesso modo con cui racconta la bellezza del paesaggio calabrese nel quale è nata; costruisce un’architettura irreale come quella del romanzo con altrettanta sapienza e libertà. Il racconto dolorosissimo che è il nucleo incandescente, il nocciolo radioattivo del romanzo, è quello di un padre che violenta per anni la propria figlia; è in questo abisso dell’orrore che la scrittrice scava senza compiacenza ma con pudore e attenzione, intervallando ed alternando il racconto ad altri fili che si intrecciano nello stesso romanzo, allentando o aumentando una tensione insostenibile. Da questo romanzo emerge una scuola positiva ( una delle protagoniste è una professoressa), donne che lottano con coraggio e con disperazione fidandosi di altre donne e per questo riescono a riparare in parte i guasti e le sofferenze del passato, avviandosi verso un epilogo narrativo meno angosciante. Uno stile fresco, per niente retorico, immediato ed efficace.
Suggestivo ed intenso nella descrizione dei paesaggi, della natura , del mare. Felice anche nei dialoghi, scorrevoli e ben calibrati. Un libro attualissimo: basti ricordare le percentuali degli stupri e delle violenze perpetrate in famiglia, i processi nei quali la vittima subisce più volte il ricordo il dolore e a volte anche il disprezzo, la difficoltà di vivere una esistenza equilibrata e normale di chi purtroppo ha dovuto subire violenze inenarrabili… Ancora di più – se fosse possibile - vorremmo sottolineare questi aspetti in un momento come questo. Che si parli di questo libro e dell’irraccontabile che invece racconta.
http://www.tuttoabruzzo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=12793&Itemid=756
mercoledì 11 marzo 2009
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