Questa volta gli studenti crotonesi, gli stessi che solitamente agli appuntamenti culturali si distraggono facilmente e che non vedono l’ora di scappare da scuola al primo squillo della campanella, non hanno potuto fare a meno di lasciarsi coinvolgere dal libro di Maria Barresi, ‘Non dire niente’, presentato al liceo scientifico ‘Filolao’ martedì 6 maggio.
Nell’auditorium della scuola, infatti, per tutto il tempo dell’incontro ha regnato un assoluto silenzio e molti studenti hanno liberamente scelto di restare anche oltre l’orario scolastico per ascoltare la storia vera che ha ispirato l’autrice del romanzo, raccontata direttamente anche dalla protagonista che per la prima volta ha scelto di apparire in pubblico per parlare della sua drammatica vicenda.
Raccontare di persona un dramma sconvolgente proprio a Crotone e ad una platea di studenti, non sono state scelte casuali: il libro infatti è stato ambientato nella nostra città, una realtà che Maria Barresi ha scelto ritenendola molto vicina a quella in cui Nicla, la protagonista, ha subìto gravi violenze, ovvero Reggio Calabria, e che ha individuato perciò come il luogo ideale “da cui lanciare un messaggio contro la violenza, perché qui - ha detto - vista la criminalità regnante c’è ancora tanto lavoro da fare contro la violenza e l’omertà”. La scelta di un pubblico composto da studenti, poi, è legata al fatto che la vittima decise di denunciare le violenze che subiva dal padre, un insegnante, proprio quando seppe che molestava anche delle sue alunne. Ma è stato anche un modo per persuadere le nuove generazioni calabresi della necessità di avere coraggio per denunciare senza alcuna remora le violenze che, purtroppo, ancora subiscono tantissime donne; persone che vengono offese moralmente e nella propria femminilità. Un invito insomma ai più giovani ad essere forti, a sconfiggere l’omertà che in parte contraddistingue la cultura calabrese, per costruire un futuro migliore e senza violenza. “Non dire niente - ha detto Barresi - è la frase con cui sono, purtroppo, cresciuta anche io, che ho detestato, perché chi sa e non dice niente, come spesso si fa, è complice”.
L’iniziativa di martedì è stata interpretata dal dirigente scolastico del liceo ‘Filolao’, Pietro Gentile, come una grande occasione da offrire ai suoi studenti. “Oltre che uno stimolo per riflettere sulle violenze subite dai minori - ha detto - è un’opportunità di arricchimento dal punto di vista didattico, che permette di accostarsi al mondo della lettura e della scrittura, usufruendo del contributo proposto da una giornalista e scrittrice nostra conterranea”.
La professoressa Cosentino, infatti, introducendo l’intervento dell’autrice, ha definito lo stile in cui è stato scritto il testo “fluido ed estremamente delicato”. “La Barresi - ha spiegato - usa un linguaggio semplice ma profondo, i suoi periodi dalla struttura semplice riescono a penetrare l’animo di chi li legge”. Un’opportunità formativa, dunque, per gli studenti del ‘Filolao’ decisamente rilevante.
“Questo libro - ha raccontato Maria Barresi - è nato dalla voglia di raccontare il dramma subìto da una mia cara amica d’infanzia, siamo cresciute insieme in un quartiere di Reggio Calabria; ma è nato anche dalla voglia di raccontare una Calabria meravigliosa, quella fatta dalle persone che hanno il coraggio di reagire, che insieme ai drammi, alla criminalità, è ricca anche di tante risorse, di suggestivi paesaggi. Nel testo, infatti, non c’è solo la storia di Nicla, un fatto di cronaca, ma anche l’altro lato bello della medaglia, che per fortuna la Calabria possiede”.
Proprio per sottolineare che la regione in cui è ambientata la vicenda è ricca di tante potenzialità, Maria Barresi ha voluto invitare alla presentazione del libro anche intellettuali, imprenditori ed artisti crotonesi, le cui figure riescono a ben rappresentare la faccia pulita di questa terra, infatti erano presenti nell’auditorium del ‘Filolao’ Gerardo Sacco, il filosofo Serafino Caligiuri, Rosita Pugliese, una giovane imprenditrice crotonese, e la docente Katia Gallucci, che ha spinto la giornalista a denunciare attraverso la scrittura.
Il momento più toccante dell’incontro è arrivato quando ha preso la parola Nicla, la protagonista della violenza sessuale denunciata in ‘Non dire niente’. La donna, che oggi ha 34 anni ed è moglie e madre, con profonda commozione ha proposto il suo racconto alla platea di giovani attentissima. “Chi subisce delle violenze - ha detto - porta dentro una ferita che non si rimarginerà mai e che si riapre ogni volta che ne riparla, ma per me proporla a voi è un tentativo di entrare nel cuore di tutte quelle vittime che non hanno il coraggio di denunciare e anche in quello degli artefici delle violenze. Ritengo che questa sia un’occasione dalla quale voi possiate apprendere molto, è un atto di solidarietà nei confronti di chi continua a subire”.
Via via il suo racconto, supportato anche da un video proiettato in sala, è diventato sempre più cupo e sconvolgente, mentre i ragazzi ascoltavano assorti in un silenzio tombale, quasi come se fossero storditi.
“Quante donne - ha detto la protagonista - subiscono in silenzio, obbedienti, come ho fatto io dai 12 ai 17 anni, al monito ‘non dire niente’? Io ho avuto la forza di non morire, anche se diverse volte ho pensato pure al suicidio, ma per molte non è così”.
Il Crotonese
http://www.ilcrotonese.it/notizia.asp?IDNotizia=14722&IDCategoria=2
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